Riccardo Paoletti è un manager di mezz’età, segnato da ferite profonde da dimenticare.
Diretto all’isola d’Elba per ritrovare se stesso, Riccardo si arrampica sul pennone del traghetto e, come un naufrago, lancia un grido, che è quasi un’invocazione: ‘Terra! Terra!”. Per questo gesto immotivato, una volta sbarcato, verrà consegnato alla capitaneria di porto e poi al comando dei carabinieri di Portoferraio. Decisivo sarà però il passaggio successivo, che lo condurrà al reparto di psichiatria dell’ospedale locale. Qui Riccardo incontrerà il professor Mariotti, medico di grande umanità, che avrà un ruolo decisivo nel guidarlo in un percorso di autocoscienza e guarigione.
Su proposta del professor Mariotti, il protagonista decide infatti di affrontare alcune sedute di psicoterapia per chiarire le ragioni della sua crisi umana e professionale. E così inizia a ricordare, offrendo al lettore la propria storia, in parte già introdotta da alcuni flash-back.
Si viene così a scoprire che Riccardo ha svolto ruoli di responsabilità nella sede londinese di una multinazionale farmaceutica. La sua carriera, lanciata verso promettenti sviluppi, ha subito alcuni scossoni in seguito alla nomina di un nuovo amministratore delegato.
Morris Girrot, il nuovo arrivato, sembra rispondere in tutto e per tutto al prototipo del tiranno: insipiente e geloso dei successi altrui, narciso e assetato di consenso. La sua strategia di dividere i collaboratori per evitare coalizioni a suo danno contribuisce a creare un clima irrespirabile negli uffici londinesi.
Per questo motivo, giunge provvidenziale a Riccardo l’offerta di trasferirsi in Italia, nella filiale toscana della Xalogpharmacy. Qui il protagonista incontra un dirigente equilibrato e generoso, Alessandro Lenzi, con il quale condivide due gratificanti anni di lavoro. Ma nel 2000 Riccardo viene nuovamente trasferito, questa volta a Rotterdam, per occuparsi della razionalizzazione della Cargopharma, una società di logistica e trasporti al servizio della multinazionale. Nella nuova sede il lavoro è duro, l’accoglienza difficile, ma il progetto guidato da Riccardo procede con successo, sollevando non poche invidie all’interno della sede inglese della Xalogpharmacy. Di fronte agli apprezzabili risultati conseguiti dal protagonista, l’ufficio diretto dal cinico Girrot è l’unico all’interno della multinazionale ad esprimere critiche e obiezioni. Come se non bastasse, il clima avvelenato che si addensa intorno all’operato del protagonista si riflette in una serie di mail anonime indirizzate ai siti aziendali. Alcuni di questi messaggi contengono allusioni relative all’impossibilità per Riccardo di rientrare nella sede londinese della Xalogpharmacy allo scadere del suo mandato a Rotterdam. Questi sospetti sono confermati di lì a poco, quando il protagonista scopre di essere stato privato, al momento del trasferimento a Rotterdam, delle abituali coperture assicurative. La sua richiesta di chiarimenti e di un adeguamento delle polizze solleva la reazione esacerbata di Girrot, che non solo cerca di invalidare per vie legali la richiesta di Riccardo, ma lascia intendere che non ci sarà, come garantito, nessun reintegro in Xalogpharmacy alla fine del mandato in Cargopharma.
Il protagonista è sbalordito e avvilito; la sua salute comincia a risentire dello stress e dell’angoscia maturati in ambito lavorativo. Anche il rapporto con la moglie e con i figli sembra sfibrato dai lunghi anni trascorsi all’estero e dall’eccessivo assorbimento nelle faccende professionali.
In ogni caso, grazie all’aiuto di un avvocato, Riccardo riesce a neutralizzare le recriminazioni aggressive di Xalogpharmacy, facendosi riconoscere il reintegro in azienda alle condizioni assicurate in precedenza. Ciò nonostante, l’ostilità nei suoi confronti continua con intimidazioni e tentativi di boicottaggio
Giunto allo stremo delle forze, provato da una stanchezza e da una depressione profonda, Riccardo giunge a un passo dal suicidio.
Nell’ambulatorio del dottor Mariotti, riflettendo sui motivi per i quali quel proposito di morte non è stato consumato, Riccardo capisce che la sua salvezza non è stata solo la paura di dare ai figli una sofferenza estrema, ma anche la dignità di essere uomo, prima che manager, e di poter pur sempre lottare per la propria felicità.
È così che Riccardo Paoletti si prepara a una nuova partenza, consapevole che il sole dell’alba annuncia una speranza che non è garantita, ma è comunque possibile.
L'ultima nuvola